Il 25 Ottobre l’intero mondo si unirà per celebrare il World Pasta Day, una giornata dedicata alla pasta e un’occasione speciale per onorare la versatilità, la bontà e la tradizione della pasta. 

Durante il World Pasta Day 2023, saranno organizzati eventi in tutto il mondo per promuovere la pasta come alimento salutare, sostenibile ed economico.

Il Pastificio Sorrentino per quest’anno ha scelto di omaggiare la pasta attraverso i grandi piatti che hanno fatto la storia del cinema Italiano e non solo.

La Settima Arte ha spesso esaltato il cibo, ponendolo, a volte, al centro della scena come un vero e proprio protagonista. Da Alberto Sordi a Martin Scorsese a Checco Zalone, sono tante le scene più belle del cinema e in oltre cinquant’anni niente è cambiato.
Ecco una piccola carrellata di film, dagli anni ’50 ad oggi:

La Pasta e Ceci dal film “I soliti ignoti” di Mario Monicelli (1958)

Una delle commedie più significative del cinema italiano, con un cast stellare, racconta le disavventure di un gruppo di ladruncoli che, per cercare di riscattare una vita di insuccessi e fallimenti, escogita un piano per rapinare il Monte di Pietà. Le cose non andranno per il verso giusto e, nella sequenza più famosa del film, i protagonisti si ritrovano nell’appartamento sbagliato: amaramente, concludono la loro ingloriosa impresa mangiando la pasta e ceci avanzata dalle proprietarie di casa. Metafora della povertà e arte di arrangiarsi tutta italiana. Non tutto è perduto, la pancia, almeno, è piena.

La Pasta alla Norma dal film “Brutti, sporchi e cattivi” di Ettore Scola (1976)

Chi l’ha detto che ogni volta che al cinema si vede un incontro col cibo questo debba essere invitante?! Con antiche origini siciliane, la pasta alla Norma è diventata famosa in tutto il mondo grazie a questa pellicola.

Nel film di Ettore Scola dedicato alla quotidianità di una numerosa famiglia della periferia romana, in una scena memorabile il capofamiglia Giacinto Mazzatella viene avvelenato con un abbondante piatto di pasta alla norma: fiutato l’inganno, riuscirà però ad alzarsi da tavola e a salvarsi.

Gli Spaghetti con polpette dal film “Quei Bravi Ragazzi” di Scorsese (1990)

La pellicola racconta circa trent’anni di malavita eppure, contrariamente al tema trattato, Scorsese esplicita la volontà di mettere in risalto alcuni spiccati elementi dell’italianità che si porta nel sangue, come il calore affettivo, la voglia di scherzare, l’arte di arrangiarsi e, naturalmente, la cucina. 

Il film ci regala la sequenza della preparazione di una chicca culinaria, non proprio gourmet ma di sicuro invitante data sua natura casereccia, ovvero il Ragù dei Bravi Ragazzi e la classica ricetta italoamericana, gli spaghetti con le polpette, una ricetta eseguibile con pochi ingredienti anche se costretti dietro le sbarre di una prigione. In questa pellicola il regista ha dedicato tantissime scene a questo piatto: simbolismo che lega il cibo agli omicidi.

Gli Spaghetti con sugo di carciofi dal film “Il postino” di Michael Radford (1994)

In una decade diversa, non si può fare a meno di nominare gli “spaghetti alla Mario Ruotolo”, simbolo di amicizia, di un commovente Massimo Troisi.

La scena in cucina: il protagonista Mario, ormai ex postino personale di Pablo Neruda, ricorda con nostalgia l’amico poeta che è tornato in Cile e aiutando sua moglie Beatrice, nella cucina dell’osteria di famiglia, prepara gli spaghetti al sugo di carciofi. E naturalmente, anche davanti ai fornelli trova una poetica descrizione per ogni ingrediente.

Il timballo di Pasta dal film “Big Night” di Stanley Tucci e Campbell Scott (1996)

Questa pellicola del 1996 racconta la storia di due fratelli italoamericani, Primo e Secondo Pileggi. I due non riescono ad andare d’accordo sulla gestione del loro ristorante: Primo, lo chef, non vuole cedere a compromessi in cucina, mentre Secondo, maître, è più accondiscendente e incline ad assecondare i gusti della clientela statunitense. Big Night racconta molto bene questo aspetto fondamentale del mondo della ristorazione e del rapporto tra cliente e ristoratore, la scena del timballo, il timpano in americano, è tra le più celebri, e mette in luce quanto l’arte culinaria sia per gli italiani di lunghissima tradizione. 

Bucatini all’amatriciana dal film “Il divo” di Paolo Sorrentino (2008)

C’è una scena, ne Il Divo, in cui Andreotti e la moglie Livia, sono a casa, seduti davanti a un piatto di bucatini all’amatriciana e ragionano guardandosi indietro. «Tu hai sempre avuto la battuta pronta» sussurra lei all’uomo più potente d’Italia, che di lì a poco sarebbe stato messo alla sbarra dai tribunali di Palermo e Perugia. E lui, serafico, risponde con un’altra corrosiva, cinica battuta. Il senso di un personaggio, di un’interpretazione, e forse di un film intero sta tutto lì: la ricerca di una finis verborum che zittisca tutti, lasciando impotenti, con intorno il vuoto, il silenzio.

Perché Giulio Andreotti potrà pure aver avuto una condotta politica non impeccabile, ma guai a togliergli il piatto che la moglie Livia gli preparava con tanto amore.

Con questo tema vogliamo sottolineare come la pasta sia un alimento universale, presente nelle cucine di ogni angolo del pianeta. Attraverso la sua diversità e versatilità, la pasta ci connette culturalmente, e attraverso il cinema supera le barriere linguistiche e geografiche.

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