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La Pasta Incontra l’Oriente: Un Connubio di Sapori e Tradizioni

Intervista allo Chef Francesco Franzese

Negli ultimi anni, la pasta sta subendo una trasformazione affascinante grazie all’influenza
crescente dei sapori orientali, arricchendo il patrimonio gastronomico italiano e aprendo nuove possibilità culinarie. La pasta, alimento versatile per eccellenza, diventa una “tela bianca” su cui sperimentare combinazioni di sapori inediti con l’introduzione di spezie e aromi orientali.

Spezie come zenzero, curcuma e pepe di Sichuan arricchiscono i piatti di pasta, aggiungendo un tocco esotico e benefici per la salute, come le proprietà antinfiammatorie della curcuma e quelle digestive dello zenzero.

Per approfondire questa affascinante evoluzione, abbiamo deciso di realizzare un’intervista esclusiva con lo chef stellato Francesco Franzese. Chef napoletano conosciuto per la sua passione nella creazione di piatti fusion italo-giapponesi, dove la tradizione mediterranea incontra l’eleganza e la tecnica della cucina giapponese

Francesco Franzese
Francesco Franzese

👨‍🍳Executive chef e Consulente

Chef Franzese, considerando le notevoli differenze tra la cucina italiana e quella orientale, come riesce a integrare in modo armonioso queste due tradizioni culinarie nei suoi piatti italo giapponesi per creare un’esperienza equilibrata?
Vedo molte affinità tra la cucina giapponese e quella italiana. Entrambe condividono un profondo rispetto per le materie prime e una cura maniacale per i dettagli. Le fermentazioni, i brodi e l’usanza di consumare tanto pesce crudo sono elementi che accomunano il Giappone e il Sud Italia. Con il tempo, ho scoperto che ingredienti tipici della cucina giapponese, come la soia, il miso, lo zenzero, il pepe sansho, il wagyu, gli aceti di riso e il sake, si sposano sorprendentemente bene con i sapori del nostro territorio. La soia, ad esempio, è un ingrediente straordinario che esalta il gusto degli agrumi, del grasso, della carne e del pesce. Allo stesso modo, il miso si abbina perfettamente al pomodoro, creando connessioni inaspettate tra le due tradizioni.
Per me, la cucina giapponese ha rappresentato una vera scoperta, un mondo di sapori che, pur nella sua unicità, riesce a dialogare armoniosamente con la nostra cultura gastronomica italiana.

Potrebbe condividere con noi qual è stato il primo piatto italo-giapponese più impegnativo che ha dovuto creare e le principali considerazioni che ha affrontato durante il processo creativo per garantire un risultato eccellente?
Tra i tanti piatti che porto nel cuore, ce ne sono alcuni che rappresentano perfettamente l’incontro tra Italia e Giappone, dimostrando quanto questa fusione possa dare risultati straordinari. Uno dei primi esperimenti più impegnativi è stato il Ramen Campano, seguito dagli Udon cacio, pepe e ricci di mare con polvere di aga wakame. Un altro piatto significativo è il Peperone sbottonato con salsa teriyaki, un esempio di come sapori mediterranei e giapponesi possano armonizzarsi perfettamente. Infine, il mio signature dish, lo Spaghettino aglio, olio e jalapeño con colatura di alici, polvere di alghe e caviale, incarna appieno questa fusione. La difficoltà più grande è sempre stata trovare il giusto equilibrio tra sapori forti e delicati, senza snaturare né la tradizione italiana né quella giapponese.

Esiste un piatto della tradizione napoletana a base di pasta che lei vorrebbe reinterpretare in chiave fusion?
Sì, uno dei piatti che ho già reinterpretato con grande soddisfazione è la Genovese di seppie, arricchita con zenzero, melograno e umeboshi. È stata una sfida non semplice da bilanciare, ma quando eseguita con maestria, il risultato è sorprendente: un’esplosione di sapori che unisce la profondità della tradizione napoletana alla delicatezza degli ingredienti giapponesi.

Quali sono le sue previsioni per il futuro della cucina fusion italo-giapponese?
Quando ho portato questo concetto di cucina,10 anni fa, al Roji di Nola, abbiamo avuto un grande successo. Oggi, quasi tutti i ristoranti giapponesi stanno sperimentando accostamenti simili. Tuttavia, vedo spesso tanta confusione. Il mio consiglio per chi vuole approcciarsi a questo stile è di partire da una solida base di cucina classica italiana e giapponese autentica. Solo dopo aver assorbito a fondo entrambe le tradizioni si può davvero creare una fusione coerente e armoniosa. Io, da sempre appassionato di culture
gastronomiche, sono attualmente in Marocco alla scoperta di nuovi sapori e ingredienti. Sto già sperimentando combinazioni tra Italia, Giappone e Marocco, e vi assicuro che alcune sono davvero spaziali!

Lasciati ispirare

Brodo di miso con Fornacelle 

Il brodo di miso con fornacelle è un piatto che unisce le tradizioni culinarie giapponesi e italiane, creando una fusione di sapori unica. Il miso, ricco e aromatico, porta con sé la profondità della cucina orientale, mentre le fornacelle, un formato di pasta tipico della tradizione italiana, aggiungono una nota di familiarità e comfort. La morbidezza del brodo e la consistenza della pasta si incontrano armoniosamente in questo piatto, che sa come sorprendere e soddisfare.

☞ qui la ricetta

ricetta brodo di miso con fornacelle

Ricettario Invernale 2025

Se anche tu ami la pasta e la sua versatilità allora non puoi perderti il nostro Ricettario Invernale 2025! All’interno troverai tante ricette gustose e facili da realizzare, l’intervista al nostro chef stellato e tante altre novità.

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